lunedì 11 gennaio 2010

A 18 anni portavo la kefiah e i jeans sdruciti

Una che nasce figlia e nipote dei figli dei fiori, secondo voi come se ne andrà in giro? Due sono le possibilità, dipende se coi vecchi va d'accordo o meno. E io coi miei vecchi ci sono sempre andata d'accordo che è una meraviglia. Così a 18 anni sembravo una reduce di Woodstock, anche se quel concerto l'ho visto solo in DVD e nemmeno mi piace troppo.
Sono rimasta così, finché a 20 anni non ho incontrato Salvatore. Napoletano, più grande di me di 6 anni (e a quell'età 6 anni contano!!). Chi mi conosce sa che in genere io detesto i napoletani, ma lui era (ed è tutt'oggi) uno speciale!
Un tenerone di un metro e novantacinque, aveva lasciato la casa dei genitori appena terminato il servizio militare, determinato a non tornare mai più a Napoli. Era di Santa Lucia, una zona molto bella, ma non ne voleva sapere più della sua città e dalla chiusura mentale che vi regnava.
Lo conobbi d'estate che lavorava in un bar di Agropoli. Lasciò il lavoro per avvicinarsi a me. E si mise a fare il fattorino a Pontecangano, dove prese anche casa. Il weekend dormivo sempre da lui. Mia madre era isterica "Sono troppo giovane per diventare nonna!" Parlava proprio lei, che s'era sposata a 20 anni... come la nonna, del resto... temeva che volessi continuare la tradizione di famiglia, ma io non ci pensavo nemmeno lontanamente a rovinarmi la vita con un moccioso attaccato alla tetta già a 20 anni!
Lui mi trattava come una principessa e mi faceva trovare delle cenette con aragosta e altre prelibatezze... Diceva di avere delle turbe infantili per colpa di sua sorella che non lo lasciava mai giocare con le sua Barbie. Io ero la sua Barbie!! E mi coccolava, mi faceva il bagnetto massaggiandomi la schiena delicatamente col guanto di crine, mi pettinava a modo suo... meglio di una beauty-farm!
"Hai più gusto di un gay. -lo prendevo in giro io-Fossi mica ricchione?"
Lui diceva che non sarebbe mai potuto essere gay perché non ha mai sopportato gli uomini, a cominciare dall'uomo che era in lui... e se fosse nato donna, sicuramente sarebbe stata lesbica!
Che matto!

Una sera decise di farmi diventare "femmina fatale". E io lo lasciai fare. Mi tagliò un pochino i capelli, scalandoli perfettamente come nessun parrucchiere era mai riuscito a fare... Poi passò alle gambe: s'era procurato perfino una ceretta per estirpare i 4 peluzzi che ho sugli stinchi perché non voleva vedermi come una tedesca coi polpacci pelosi... Poi mi fece un manicure completo, mani e piedi... Mi truccò gli occhi con una linea di matita fina fina, perfetta... tirò fuori un rossetto di un colore delicato che mi stava benissimo e... due meravigliosi pendenti a goccia di giada che dovevano essergli costati uno stipendio... Aveva provveduto perfino alle scarpe e al vestito!
Uscimmo e ce ne andammo a Salerno a passeggiare su Lungomare Trieste. Ci sedemmo a prendere un gelato e a chiacchierare come in un film americano...

Oggi Salvatore è il papà meraviglioso di Giada e Ametista. Insieme a sua moglie ha un'agenzia di viaggi in cui lavorano tre ragazze. Insomma ha realizzato il suo sogno: circondato da donne, una più carina dell'altra.

Come finì fra noi due?
Se avrò voglia di scriverlo e voi avrete voglia di leggerlo, ve la racconterò qui in camera.

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